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Piante officinali
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Sorbus aucuparia L.

Sorbus aucuparia L.

Famiglia: Rosaceae

Sinonimi: Pyrus aucuparia (L.) Gaertn.
Nomi volgari: sorbo selvatico, sorbo degli uccellatori, sorrestella, tremolina, selvostriello di montagna
Etimologia: il nome della specie deriva dal latino “aucupium” =” “ uccellagione”, per l’uso che, grazie ai suoi frutti molto ricercati dagli uccelli, ne veniva fatto in passato.

Morfologia:
albero o arbusto di medie dimensioni alto fino a 15 m, con tronco sottile, corteccia grigia e liscia, indi fessurata e nerastra con l’età. Chioma tondeggiante ombrelliforme, con rami orizzontali o più o meno ascendenti , gemme tormentose non vischiose.
Foglie decidue alterne imparipennate, lunghe fino a 20 cm, formate de 7 a 13 foglioline oblunghe con margine intero alla base e dentellato nel resto, di color verde scuro e lisce nella parte superiore, blu-verde e in genere pelose da giovani nella parte inferiore, a volte rosse in autunno.
Fiori riuniti in ricche e vistose infiorescenze a corimbo del diametro di circa 15 cm, numerosi, piccoli, larghi 8 mm, bianchi, con 5 petali.
I frutti sono pomi globosi, di color rosso scarlatto o rosso corallo, raccolti spesso in grappoli pesanti. Non sono commestibili ma appetiti dai corvi e dai merli, sono ricchi di vitamina C, tannini e sorbitolo e sono un elemento importante per il nutrimento della fauna attiva nella stagione invernale; il loro sapore è acidulo e aspro.

Distribuzione – habitat – fioritura:
albero originario dell’Asia minore, diffuso in quasi tutta Europa, in Italia è sporadico in quasi tutta la penisola assente in Sardegna.
Specie di larga adattabilità, amante del sole, ma sopporta bene anche l’ombra, indifferente al substrato, cresce nei boschi sia di latifoglie che di aghifoglie, in brughiera, su terreni acidi e umidi, tra la fascia montana e quella subalpina dove occupa principalmente nicchie rocciose, strapiombi. Fiorisce da maggio a luglio, i frutti sono a maturazione da settembre a ottobre; vegeta nelle Alpi sino a 2.400 m.

Proprietà ed usi:
i frutti grazie alle loro proprietà diuretiche, astringenti ed antinfiammatorie hanno anche usi medicamentosi e cosmetici.
Dalle sorbe dell’aucuparia si ottiene il “sorbitolo”, una delle sostanze più usate negli sciroppi farmaceutici contro la tosse, e nei prodotti dietetici per il suo basso contenuto calorico.
Il decotto dei frutti è consigliato per sciacqui e gargarismi contro le infiammazioni della pelle e della gola.
Per pelli stanche, fare una maschera con la polpa delle sorbe ben mature, è un ottimo tonificante .
I frutti molto ricercati dagli uccelli, possono essere impiegati nella preparazione di gelatine e marmellate, ma attenzione, possono però essere velenosi se consumati crudi, i semi infatti contengono amigdalina (derivato cianidrico).
Gli antichi romani, fermentavano le bacche con il grano per ottenere una bevanda dolciastra, mentre oggi sono distillate per fare acquavite o liquori.
Le sorbe essiccate, nel passato, venivano amalgamate con la farina, per arricchire il pane nei momenti di carestia.
Specie molto spesso usata per alberature stradali, il legno pregiato, duro, compatto ed elastico trova impiego per lavori di ebanisteria, costruzione di slitte, tornitura, intaglio, impiegato per strumenti musicali (flauti) e nell'industria del mobile.
Come combustibile dà buona legna da ardere, nel passato, il carbone, si usava nella fabbricazione della polvere pirica
La sua importanza forestale è modesta, ma per la bellezza dei suoi frutti, viene spesso coltivato come pianta ornamentale.

Curiosità:
nel calendario Celtico, quest’albero dava il nome al mese lunare: “Cerdinen” in gallese, o “Luis”in irlandese, che andava dal 21 gennaio al 17 febbraio.
Albero magico per i Druidi, con i falò di legno di sorbo, essi invocavano l' aiuto degli spiriti e dei demoni. Usavano i suoi piccoli rami, che sparpagliavano su una pelle di toro, costringendo le forze oscure a rispondere, venendo così a conoscenza delle intenzioni malefiche.
Antiche leggende raccontano che dal legno di sorbo si ricavasse una verga magica, detta “mano di strega”, usata dai rabdomanti per trovare tesori nascosti o metalli preziosi.
Contemplato dai Celti come albero dell’Aurora dell’anno, il sorbo era anche considerato sacro, perché i suoi frutti erano nutrimento degli dei, veniva piantato accanto alle case e alle stalle perchè tenesse lontani i fulmini, gli spiriti malefici e le streghe.
Plinio lo classificava tra gli alberi felici per il bel colore dei suoi frutti.